Giugno 23, 2021

Federica Galli: incisioni della natura

Federica Galli nasce nel 1932 a Soresina, nel Cremonese, immersa in quel paesaggio di pianura che accompagnerà la sua figurazione durante tutta la sua vita da artista. Giovanissima, sfida la famiglia e si trasferisce a Milano, dove frequenta prima il liceo artistico e poi l’Accademia di Brera. Nei primi anni ’60, dopo avere visitato ad Amsterdam una mostra di Rembrandt, decide di abbandonare definitivamente la pittura per dedicarsi in esclusiva al segno inciso.

Lavora fino all’ultimo lasciando quasi novecento incisioni, che abbracciano temi diversi: alberi soprattutto, ma anche paesaggi padani, alpini e marittimi, architetture rurali e urbane. I soggetti sono sempre reali e classici, interpretati con linguaggio figurativo, ma sviluppati con uno stile inedito e personale e un virtuosismo tecnico raro. Nel 1987 sotto l’egida dell’Olivetti sfida i grandi incisori del Grand Tour e realizzata il portfolio dedicato alla città di Venezia, con 39 vedute, che le aprono le porte dei più prestigiosi musei internazionali.

La sua è stata una carriera costellata di riconoscimenti e successi manifestati da oltre trecento mostre che l’hanno vista protagonista in Italia e all’estero. La sua opera è conservata in musei prestigiosi italiani, come il museo del Castello Sforzesco di Milano alla Veneranda Pinacoteca Ambrosiana e internazionale, come il NMWA di Washington, museo nazionale che possiede il ciclo delle Vedute di Venezia.

Nel 1971 il Comune di Milano le ha conferito l’Ambrogino d’Oro mentre nel 2019, in occasione del decennale dalla scomparsa, ha iscritto il suo nome nel Famedio al Cimitero Monumentale. Nel 2021 Milano le dedica un’importante antologica e le intitola una via nel vivace quartiere della Bicocca.

La sua memoria, l’archivio e l’intera produzione artistica e commerciale è tutelata dalla Fondazione Federica Galli, che ha sede nella sua amata Milano.

Artista:

Federica Galli

Alberi

Al 1977 risale l’impegno di Federica Galli di dedicarsi in modo sistematico a una serie di acqueforti sugli Alberi Monumentali d’Italia. Gli alberi nell’opera della Galli hanno sempre occupato un ruolo di primissimo piano, tanto da consacrarla “Signora degli Alberi”. Il portfolio degli Alberi Monumentali rappresenta una vera e propria mappatura d’Italia attraverso cui il paese si racconta dando voce e spazio ai suoi colossi vegetali, vetusti testimoni della memoria storica del Bel Paese.

«La sua è una rappresentazione dal vivo, le sue incisioni nascono da una convivenza stretta con questi luoghi, cogli alberi monumento e coi vasti boschi che ha anzitutto abitato e poi riprodotto, a suo modo. […] La sua è una scuola dell’artigianato raffinatissimo, una mano che della precisione ha fatto religione.»  —Tiziano Fratus

Milano

Dalla campagna cremonese, Federica Galli arriva a Milano nel 1946 con la ferma convinzione di voler intraprendere un percorso formativo artistico. La Milano che si offre ai suoi giovani occhi, è una città sofferente che mostra ancora le profonde ferite dei bombardamenti. Nonostante gli stereotipi e i luoghi comuni, Federica ama profondamente Milano e alla città dedicherà innumerevoli incisioni, immortalandola nel pieno della sua trasformazione e metamorfosi.

«[…] Si dice fin troppo spesso che Milano deve essere scoperta a poco a poco, non si rivela mai immediatamente. Forse è solo un banale adagio: oggi, anzi, Milano, par fin troppo sfacciata. Ma Federica, solida, tetragona, eppure capace d’intensa commozione, sente “incidere” dentro sé stessa l’anima nascosta della città.»  —Stefano Zuffi

Natura

La natura è uno degli elementi più costanti e vivificanti dell’opera di Federica Galli. Con amore e grande sensibilità, la Galli ha inciso en plein air al cospetto di colossi alpini, distese boschive, coste frastagliate, ma soprattutto in lungo e largo per la “sua” Pianura Padana.

Perfettamente sincronizzata con la bellezza sobria della campagna lombarda, Federica Galli ne ha trasposto su lastra umori e atmosfere, senza mai farsi intimorire da fattori climatici sfavorevoli come la calura estiva o il gelo invernale.

«Davanti alla natura […] Federica tornava ineffabilmente capace di osservare tutto, e di prendere quegli appunti essenziali a poter tutto ricordare, con una lenta operazione di decantazione, che vedeva le cose riaffiorare, sino all’ultima gemma, come se anche nel suo studio pianissimo, col rumore che fanno le foglie quando crescono, sullo zinco delle sue lastre ritornasse primavera.» —Andrea Dusio

error: Attenzione