Mosaico Contemporaneo di plastica di Lady Be
In un’epoca in cui esistono così tanti materiali di scarto colorati, soprattutto in plastica, ho inventato il Mosaico Contemporaneo.
Già dal mio primissimo progetto ho concepito l’opera d’arte come un vero e proprio “diario dei ricordi”, intesi non solo come ricordi personali ma anche come memoria collettiva. L’obiettivo era quello di creare una sorta di museo di un’epoca storica utilizzando questi oggetti di poco valore che si trovano quotidianamente nelle mani di tutti, ma proprio per questo emblematici.
Ecco perché ho sempre cercato di lasciarli il più possibile inalterati, lasciandoli nel loro colore originale e mantenendo il più intatta possibile anche la loro forma, per poter evocare in ogni spettatore il ricordo. L’involucro di un make-up, una biro da ufficio, o addirittura oggetti della propria infanzia, come le “sorpresine” trovate in un ovetto di cioccolato o una bambola di plastica diventano quindi “oggetti iconici”. Un processo assolutamente esteso dal soggetto agli oggetti di plastica che lo compongono.
Cito a tal proposito il critico Francesco Saverio Russo, a proposito del Mosaico Contemporaneo: “Lady Be, ricicla. E’ un riciclare ben diverso dai Maestri della Pop Art, poiché il riciclo viene fatto con oggetti popolari legati ai ricordi personali, oggetti di massa che tutti ben conoscono e che hanno maneggiato da piccoli o che continuano a maneggiare oggi nel ruolo di genitori, nonni o semplicemente esseri umani. Il freddo ed impersonale si trasforma, nella “Personal Pop Art”, in personale e coinvolgente. L’osservatore è spinto a toccare l’opera d’arte per cercare di catturarne i suoi segreti, la sua più intima essenza. Un’arte che viene vista e rivista perché è qualcosa di conosciuto ma nello stesso tempo ancora da scoprire”.
Le mie opere nascono con l’esplicito intento di rispecchiare un’epoca intera: l’epoca della plastica. Congelandola, eternizzandola nell’opera d’arte e, soprattutto, trasmettendo un messaggio di sostenibilità per il futuro.
Puliamo il mondo (2020)
Oggetti e resina su tavola.
30 x 50 cm
È un soggetto di mia invenzione realizzato a Bergamo in diretta tv con oggetti di plastica di recupero raccolti anche dai volontari Legambiente, realtà con cui collaboro da diversi anni. Rai 3 ha trasmesso la creazione dell’opera Domenica 27 Settembre 2020.
Ho realizzato quest’opera per celebrare la forza degli abitanti Bergamaschi che hanno dovuto per primi affrontare l’emergenza Covid nel 2020. Rappresenta un volto umano con il pianeta come testa e la bocca che ingerisce un mare di plastica. Vuole indicare quanto il problema dell’inquinamento sia globale e sottolineare che inquinare il mondo significa fare del male a noi stessi, pensando come possibile conseguenza anche a problemi globali come la diffusione di pandemie.
Corona Jesus (2020)
Oggetti e resina su tavola.
50 x 86cm
Con l’opera intitolata “Corona Jesus” ho voluto rappresentare il volto sofferente di Cristo che al posto della corona di spine porta la rappresentazione del Coronavirus (simile a quella vista al microscopio elettronico). Corona Jesus rappresenta il sacrificio di Dio. Il Coronavirus, diventa simbolo di espiazione dell’uomo. Ognuno di noi, nell’emergenza, ha compiuto sacrifici: medici e infermieri in prima linea come soldati. Anziani, adulti e bambini sono stati costretti a stare in casa per non contrarre e trasmettere il virus. Persone che non hanno trovato posto negli ospedali già̀ al collasso. Uomini che hanno perso il lavoro. Lavoratori a casa senza guadagno. Ognuno di noi ha espiato con il sacrificio il male dell’umanità. Umanità che per anni ha rovinato il pianeta, con sostanze inquinanti nell’aria e tonnellate di plastica negli oceani. La stessa plastica che da anni raccolgo e suddivido per colore per poi creare le mie opere.