Le forme del riciclo di Luigi Pilato
Luigi Pilato inizia a sperimentare per puro caso la pittura su supporti fatti di materiali non convenzionali e prettamente riciclati. Dalla sperimentazione passa alla consapevolezza che attraverso questo tipo di arte si possano inviare messaggi importanti.
Infatti l’artista attira l’attenzione attraverso le immagini molto accattivanti e di facile lettura, ma l’obiettivo principale è quello di togliere da un circolo vizioso materiali che vengono costantemente riciclati, inquinando e consumando energie. Riuscire a trasformare in opera d’arte un cartone, una cassetta della frutta, un sacco per le patate o addirittura del pane raffermo non solo donano a questi materiali una nuova vita ma pongono il fruitore nella condizione di non soffermarsi alle apparenze.
Il messaggio è togliere dal ciclo del riciclo, cercare forme di utilizzo sostenibili delle risorse, aumentando ogni forma di rispetto per la natura e cercando di recuperare gli scarti oramai creati.
Pilato non è un artista concettuale nell’ambito della sostenibilità, è un artista reale che opera personalmente per aiutare l’ambiente. Il suo studio, più che ad un luogo artistico sembra una discarica. Anche i vari critici che hanno recensito l’artista (Silvia Arfelli, Elena Ostrica, Alice Pezzali, Luciano Carini ) hanno interpretato la sua arte cercando di dare il giusto equilibrio sia all’impatto visivo del dipinto, puramente emozionale che alla realtà della materia.