I paesaggi di Andrea Chiesi
Il disegno e la pittura sono i mezzi migliori che ho a disposizione per esperire l’impermanenza e la vacuità.
Ho indagato per oltre 20 anni il paesaggio contemporaneo, nel suo aspetto sociale e antropologico, mappando in pittura spazi abbandonati e interstiziali, rovine post-industriali, gasometri, periferie; poi lentamente lo sguardo ha iniziato a cambiare, a orientarsi verso la natura e le piante che crescono nei luoghi lasciati dall’uomo. Ho adottato uno sguardo interiore, tra la meraviglia del barocco e il sublime del romanticismo, virati in una forma contemporanea, influenzato anche dalla posizione del mio studio, in una zona isolata circondata da alberi ribelli.
Intendo il paesaggio in un’accezione molto ampia, fino a comprendere la legge di causa ed effetto che regola il Tutto, un sistema che lega indissolubilmente ogni forma, organica e inorganica. Anche il virus fa parte di questo meccanismo, in cui ogni essere cerca, in tutti i modi possibili, con ostinazione, gioia e disperazione, la vita.